Turknow! conoscere la Turchia Contemporanea



Le studentesse della classe Quarta G Tecnico, sistema moda si apprestano a prendere parte al progetto Turknow! finanziato dalla regione Toscana e dall’UE tramite il FSE (fondo Sociale Europeo) attraverso il Bando per la concessione di contributi a favore della mobilità per gli studenti delle scuole secondarie di II grado toscane-Anno 2013/2014 Le ragazze, insieme ai professori Simona Ciardi , Marco Lenzi e Alessandra Morellato, visiteranno le città di Istanbul e Bursa in Turchia dal 23 Aprile al 7 Maggio. Il progetto ha preso le mosse dall’analisi della programmazione pluriennale dell’indirizzo “Sistema Moda” dell’Isistl “Russell-Newton” di Scandicci, dalla quale emerge con chiarezza come uno degli sbocchi occupazionali  previsti per gli studenti di tale percorso formativo sia rappresentato dalla figura del Product Manager(Uomo Prodotto) egli definisce le linee di sviluppo produttivo ed organizzativo, coordina le funzioni aziendali che operano alla definizione del prodotto, supporta i responsabili acquisti materie prime ed i responsabili di produzione per raggiungere la qualità attesa dei prodotti. Svolge un ruolo di mediazione fra il marketing, lo stile e la produzione: coordina il passaggio delle informazioni tra il commerciale, il marketing e l'ufficio stile, gestisce il timing e partecipa al processo di creazione delle collezioni.
Negli ultimi anni tale figura si è trovata sempre più spesso nella necessità di coordinare e seguire processi produttivi dislocati in contesti internazionali, trovandosi quindi nella necessità di sviluppare specifiche competenze e abilità direttamente “sul campo. La mobilità transnazionale può consentire agli studenti un confronto diretto con le problematiche relative all’internazionalizzazione della produzione tramite incontri e attività laboratoriali e comparate con realtà scolastiche e produttive di paesi significativi. A tale scopo è stata identificata la Turchia come paese con il quale cercare di creare una prima rete di contatti che possa consentire, oltre alla partecipazione al progetto di mobilità di cui al presente bando, anche la costruzione di possibili partnership future per eventuali progetti LLP, di tipo Leonardo IVT o VETPRO.
La Turchia si presenta oggi come un paese fondamentale per il settore tessile-abbigliamento, e sfruttando contatti dei docenti di indirizzo con aziende specializzate e ricercando partner scolastici, abbiamo cercato di far confluire alcuni degli obiettivi specifici delle materie curricolari nell’approfondimento di tematiche relative alla storia, alla cultura e allo sviluppo economico di questo paese, che rappresenta un significativo anello di congiunzione tra Europa e Oriente.
Tali Azioni fanno riferimento a due Assi strategici principali, il primo relativo alla conoscenza della Turchia e delle sue tradizioni in termini generali e comparati, l’altro, di tipo tecnico che consenta attraverso visite aziendali e attività di laboratorio, di verificare le conoscenze e le competenze già in possesso degli studenti in un contesto internazionale.

Diario primo giorno - 23 Aprile

Mercoledì 23 aprile
Ci vogliono molte ore per arrivare a Istanbul, soprattutto se, partendo da Firenze, si passa da Francoforte. Per qualcuna di noi l'esperienza del volo è stato un battesimo. Bello volare! Ma c'è chi preferisce stare con i piedi per terra. Al primo impatto siamo spaesate, le valigie ingombrano, non siamo sicure del mezzo da prendere, né di come fare i biglietti, l'aria è calda e appiccicosa.
Dopo un'ora di sudata e camminata arriviamo all'albergo. L'accoglienza è fantastica, i turchi sono molto gentili, ci portano le valigie in camera. Ci dobbiamo riposare dopo la levataccia delle 3,30. Rinfrescare. Poi una passeggiata di orientamento a guardare le strade, i palazzi, i volti di questa gente nuova. Qui si vende di tutto: intorno al nostro quartiere sembra che siano specializzati in ricambi per auto, fanali, pezzi di carrozzeria. Ci sono ambulanti ovunque: chi vende cellulari, chi pulisce le scarpe, chi ci propone cozze al limone. C'è aria di festa, l'abbiamo già notato arrivando in aeroplano, la città è addobbata di enormi bandiere turche calate sui palazzi, un modo per imparare subito a conoscerle, rosse con la mezzaluna e la stella. Un rumore diffuso: dai clacson incessanti e persistenti al tintinnio dei cucchiaini nei bicchierini di tè, il chai che i turchi bevono ad ogni angolo di strada. “E' una città in bilico tra tendenza e tradizione” ci dice Ilenia che ha cercato di informarsi prima della partenza. Forse. Non capiamo ancora bene cosa significhi. Certo, che è una città complessa e pluriarticolata si capisce subito. Sedici milioni di persone, con le periferie si arriva a 20. Quanto Toscana, Lazio e Lombardia messe insieme, credo. Sembra di stare a New York, solo è più sporca. Ma chi c'è mai stato in fondo? Chi sa cosa c'è dietro le immagini patinate delle cartoline? Una città è ben altro. Colpiscono gli enormi palazzi moderni, ma allo stesso tempo antichi, cadenti e pieni di insegne, gli innumerevoli gatti che girano per le strade, i bambini sporchi che chiedono elemosina riscaldandosi sotto tappeti altrettanto sporchi. E' la loro giornata, scopriamo. La festa nazionale dei bambini, voluta da Ataturk, in concomitanza con la festa di indipendenza turca.
Ci siamo anche infiltrate in una piccola sagra di quartiere. Ci accorgiamo delle differenze dei prezzi bassi: 3 bottigliette di acqua 1,50 lire turche, circa 80 centesimi italiani.
Non si trovano molti cestini della spazzatura per strada, Viola ci racconta che in passato sono stati usati dalla mafia turca per alcuni attentati che hanno colpito i passanti, ha visto un video su Youtube.
La cena è molto piacevole, i camerieri molto disponibili e gentili, servono anche l'acqua nei bicchieri e ogni cosa, quasi maniacalmente. Sono molto servizievoli. Mentre mangiamo ci osservano per capire ciò che ci può piacere o non. La professoressa Morellato ci ha detto alcune espressioni turche. Quando diciamo grazie – tescekurederin (non si scrive così) - sono contenti.

Concludiamo la serata con il primo briefing, la riunione quotidiana che ci serve per condividere riflessioni ed emozioni. Una poesia di Nazim Hikmet, infine, ci accompagna a letto.

compleanno


Iniziamo con una ricorrenza importante: Ilenia oggi ha 18 anni e tanta voglia di vivere!

Diario secondo giorno - 24 Aprile

Sveglia alle 7 e 45 iniziamo la giornata con una sostanziosa colazione. Verso le 9 partiamo e ci dirigiamo alla tramvia. Per strada vediamo come la città cambia da quartiere a quartiere e rimaniamo affascinate soprattutto dalla quantità di negozi . Arriviamo al Liceo scientifico italiano Galileo Galilei. Qui incontriamo gli studenti e ci presentano la loro scuola e la città, poi è la volta della  nostra classe che illustra le sue presentazioni, quella sul nostro indirizzo di studio e quella sul progetto che abbiamo affrontato quest'anno insieme all'artigiano Paolo Bruscoli. Dopo le presentazioni i professori del liceo offrono una merenda e visitiamo la scuola con il professor Antonio. Al termine dell'incontro ci incamminiamo nel quartiere di Beyoglu e scendiamo attraverso la Torre di Galata, resto dell'antica roccaforte genovese,  e il bel ponte omonimo, per avviarci verso Ayasofia. Ci inoltriamo nel mercato delle spezie, pieno di profumi e di colori. La nostra attenzione si ferma sulle dimensioni della città e di tutto quello che ci troviamo intorno. Pranziamo in un localino vicino al mercato, assaggiamo il kebab e altri piatti a noi sconosciuti. Finito il pranzo ci incamminiamo sotto la pioggia al museo di Ayasofia. Il museo, in precedenza moschea, e ancor prima basilica bizantina,  si presenta imponente e molto bello. La sua storia (raccontata dalla profe) è ricca, il suo interno è d'impatto, colmo di particolari, affreschi, mosaici e cattura tutta la nostra attenzione. Dopo Ayasofia la destinazione è la Cisterna, l'antico deposito dell'acqua costruito dai Romani,  che si trova proprio lì vicino. Anche qui, come prima per il museo di Santa Sofia, facciamo la coda per il biglietto, ma, non appena entriamo, rimaniamo esterrefatte dalla bellezza del posto. La luce nella cisterna si diffonde dal basso verso l'alto, fino ad ottenere una tenue illuminazione molto suggestiva. E' un bellissimo posto e le carpe in acqua danno un tocco in più. Finite le visite torniamo in albergo sempre con la tramvia e ci prepariamo per la cena con gli studenti del liceo di oggi. Ci troviamo davanti alla Yeni Cami con i ragazzi, i professori e la preside del Liceo, che ci accompagnano in un ristorante che si affaccia sul Bosforo. La cena, che ci viene gentilmente offerta, è a base piatti tipici turchi, molto saporiti. Le portate sono veramente tante!!! Infatti alla fine siamo tutte soddisfatte e piene. I ragazzi con i professori dopo cena ci portano in un tipico locale dove fumiamo il narghilè alla mela e alla fragola. Per alcune di noi è la prima volta ed è un'esperienza divertente e piacevole. Insieme al narghilè ci offrono frutta fresca e stuzzichini. Le persone che ci circondano sono tutte cordiali e gentilissime. Verso le 23 torniamo in albergo stanche ma con il ricordo di una splendida serata e con qualche amico i più.

Diario terzo giorno - 25 Aprile

Oggi sono iniziate le attività legate al programma didattico, infatti stamani abbiamo avuto l'opportunità di partecipare ad un'importante fiera di calzature (Aymod Expo), vicino all'aereoporto di Istanbul e siamo stati accolti in modo molto gentile da due professori della Scuola Tasev, presente alla fiera con un proprio stand. Sono stati veramente disponibili e ci hanno accompagnato all' interno di tutti i padiglioni per osservare vari calzaturifici, prima quelli italiani e poi quelli locali.
Una delle parti più interessanti è stata la visita allo stand dell'università turca che aveva esposto alcuni progetti stravaganti, mostrando oltre al prodotto finito , anche i concept ai quali essi si sono ispirati.
E' stato molto interessante e costruttivo, perchè abbiamo capito e osservato i diversi punti di vista e le varie sfaccettature del mercato calzaturiero turco. E' un mercato in crescita, che pero' in Italia non ha nessun riscontro commerciale proprio perchè la produzione italiana di accessori in pelle e calzature è di alta qualità e quindi superiore rispetto alla loro.
Siamo tornati in albergo per un veloce pranzo e alle 14.30 eravamo nuovamente ad Aksaray per prendere la metro, pronte per un nuovo lungo pomeriggio di visite culturali. Siamo andati alla Chiesa di San Salvatore in Khora , un'antica chiesa bizantina, che costudisce meravigliosi mosaici del XIII secolo, e che adesso è divenuta un importante museo. Alle 15.30 avevamo fissato con i docenti e gli studenti del liceo italiano Galilei di Istanbul, ma sono arrivati dopo un'ora e quindi ne abbiamo approfittato per fare alcune compere nei negozi lì vicino. Alcune di noi hanno comprato anelli e orecchini molto caratteristici.
Una volta arrivati i professori della scuola italiana di Istanbul , abbiamo fatto un giro per alcuni quartieri ''periferici'' e un po' in degrado, molto interessanti però perchè in questo modo abbiamo avuto l'opportunità di capire e di conoscere tutte le realtà di Istanbul. In particolare, abbiamo attraversato Balat, l'antico quartiere greco, praticamente 'svuotato' negli anni '50 - '60, adesso rivalutato da intellettuali e borghesia colta e in via di ristrutturazione.
Ma il momento più emozionante è stato quando siamo saliti sulle mura romane della città , anche se alcune di noi non ce l'hanno fatta per la paura del ripido passaggio da percorrere. Dall'alto delle mura il panorama è veramente spettacolare eppure non è possibile vedere la fine di questa bellissima città, tanto è grande! Le nostre facce si sono riempite di stupore, ma quelle dei prof. quasi di terrore, tanto era ardito portarci lassù!

Diario quarto giorno - 26 Aprile

Oggi siamo un po' più rilassati, il programma della giornata inizia dalle 9 e 30, quando ci dirigiamo verso il centro di Fatih, il popolare quartiere in cui siamo alloggiate, passando sotto l'Acquedotto romano di Valente e addentrandoci in una via di negozi alimentari e macellerie da cui provengono odori forti e quasi nauseanti. La nostra passeggiata coglie particolari della vita quotidiana e delle sue contraddizioni: 'carcasse' di animali nelle piccole botteghe, un agnellino che viene allattato da un macellaio.  Proseguendo notiamo, in una strada laterale in salita, un gruppo di pellegrini che si dirige a pregare sulla tomba sacra di Piri Mehmet Pasa. Questo luogo è infatti oggetto di una credenza secondo la quale le persone che vi si recano a pregare sfuggiranno per sempre all'Inferno. Ci uniamo ai pellegrini verso questo luogo suggestivo e abbiamo l'opportunità di godere di un panorama mozzafiato. Ci addentriamo poi nella parte del quartiere che si avvicina alla Suleyemanie Cami, dove si trovano ancora numerose case di legno, alcune anche ben restaurate. Decidiamo di prenderci una pausa nel rinomato Cafè Halic, dove i camerieri ci accolgono con estrema cordialità. Dentro al locale ci sorprende una vetrata sul Bosforo e la nostra vista, accompagnata da chai, caffè turco e gustosi brownies, è ancora più godibile. La pausa continua con le nostre risate provocate dalla mascherata che i camerieri impongono ai  nostri professori, costretti ad indossare costumi tipici turchi. Proseguendo per le salite, alle quali siamo oramai abituati perché Istanbul è tutta in salita e in discesa,  arriviamo alla tomba del più importante architetto turco, Mimar Sinan, autore di ben 447 Moschee; poi ci addentriamo in una delle sue più importanti opere, il complesso della Moschea di Suleymaniye. L'immesità della struttura è strabiliante: il complesso inoltre, oltre alla moschea, comprende la scuola coranica, gli alloggi per i forestieri, i negozi, l'hammam e un curatissimo giardino, dove si trova il cimitero con le tombe di Solimano e di sua moglie Rosselana. Per entrare dobbiamo indossare il velo e toglierci le scarpe. La Moschea si presenta imponente ma allo stesso tempo semplice nelle decorazioni.
A pranzo torniamo verso l'albergo dove ci riposiamo un'oretta per poi dirigerci verso il Gran Bazar. Il Bazar è affollatissimo e ci dobbiamo dividere in piccoli gruppi. Il mercato ci ha subito inghiottite con i suoi milioni di colori. Incredibile è come i commercianti cercano in tutti i modi di attirarti per comprare qualcosa e alcune volte perdono anche la pazienza capendo che non comprerai niente. All'interno del Gran Bazar tutto è contrattabile  tanto che a volte è possibile acquistare a sconti apparentemente esorbitanti!!! Ma non sarà che li aumentano prima, proprio per farci credere di essere tanto favoriti da super sconti speciali? Mah... Soddisfatte dei nostri acquisti ci ritroviamo fuori dal mercato per poi continuare la visita del quartiere di Sultanahmet. Ci fermiamo in una piccola moschea dove c'è una libreria e dove incontriamo un gruppo di musicisti che ci invitano ad ascoltare le prove del loro concerto, anche perché, ci dicono, stanno provando dei canti sufi, quelli che vengono cantati nelle cerimonie dervisci. E' un ritmo po' troppo rilassante per noi, ma comunque interessante. Tornate in albergo ci prepariamo  per la cena fissata con i ragazzi turchi del Liceo italiano. Arrivate nel punto di ritrovo, troviamo solo Colcha, la più simpatica delle ragazze turche, che ci porta con il traghetto nella Istanbul asiatica.  E' stranissimo prendere questo traghetto alle otto di sera! E' pieno di gente che torna a casa o che va a passare la serata in Asia! Durante il viaggio il panorama su Istanbul è incredibile, la silhouette della città è affascinante così misteriosa e piena di luci. Il quartiere asiatico sembra frenetico, e Colcha ci porta in una strada piena di ristoranti dove ha prenotato una buonissima cena turca. Mangiamo tantissimo, salse di tutti i tipi e carne alla brace accompagnata da tantissime verdure, così come usa nella cucina turca. Tornate in albergo, siamo stanchissime però entusiaste della bella giornata e della compagnia.





Diario quinto giorno - 27 Aprile

Anche il quinto giorno è finito e la stanchezza inizia a farsi sentire!!!
La sveglia stamattina è suonata molto presto perchè la meta da raggiungere era lontana rispetto al nostro albergo. Infatti dopo la consueta ricca colazione, alle 9, ci siamo incamminati verso la tramvia per prendere il metro-bus che ci avrebbe accompagnato alla fiera “clothing machinery”.
Il viaggio è stato faticoso perchè l'autobus era pieno di gente (infatti siamo dovuti stare in piedi) ed è sembrato interminabile; ne è valsa la pena, comunque, perché non ci aspettavamo una quantità così varia e sorprendente di macchinari, ognuno pensato per un particolare tipo di lavorazione, applicazione od effetto. Infatti anche se le macchine si assomigliavano, ognuna di essa svolgeva un' operazione diversa. Alla fiera abbiamo incontrato diversi imprenditori, tra cui un veneto, che ci ha illustrato le sue macchine. Abbiamo girato molti stand tra cui quello delle macchine da cucire, del reparto stiratura, del ricamo, dei tessuti e del denim. Qui mi ha impressionato molto la macchina che viene usata per “strappare” i jeans che, attraverso raggi laser dà fuoco alla tela. Dopo la visita ai padiglioni, decidiamo di pranzare in un punto di ristoro all'interno della fiera “ Piazzaci”, nel quale preparavano anche la pizza all'italiana; non vedevamo l'ora di mangiare italiano e piene di nostalgia abbiamo ordinato la pizza, che però si è rivelata una delusione. Così abbiamo imparato che è proprio vero il detto “paese che vai, cibo che trovi” e che in un paese straniero vale la pena mangiare le pietanze locali.
Il ritorno è stato estenuante come l'andata a causa della stanchezza, infatti alcune di noi hanno deciso di andare a riposare in hotel insieme al professor Lenzi.
Altre, invece, hanno deciso di proseguire la visita della città insieme alla professoressa Morellato. Con lei ci siamo precipitate alla Moschea Blu da noi tanto bramata. Eravamo certe che ci saremmo trovate davanti a una struttura incredibile, ma non ci aspettavamo così tanto splendore e immensità. La moschea è chiamata “blu” a causa dei suoi interni rivestiti di ceramiche fiorite tutte tendenti al blu, è molto grande, ma di domenica è molto frequentata anche da visitatori locali oltre che da turisti! La cosa che salta all'occhio è la separazione tra donne e uomini nel momento della preghiera, separazione che appartiene alla religione musulmana e che è presente in tutte le moschee. Un altro aspetto che ci colpisce sono le sue decorazioni, perché nessuna delle moschee viste finora ci è apparsa così ricca e carica di colori. Al termine di questa visita abbiamo seguito la professoressa che desiderava assaggiare una specialità chamata Balik Ekmek (o qualcosa del genere), cioè un panino con il pesce che arrostiscono per la strada.
Dopo aver assaggiato questa “specialità” ci siamo recate a Beyoglu dove ci siamo potute sbizzarrire con un po' di shopping! É stato molto liberatorio e gratificante riuscire ad acquistare pensierini tipici turchi.

La giornata è finita e adesso siamo pronte per andare a cenare con le specialità che l'hotel ci offrirà.


Diario sesto giorno - 28 Aprile

Oggi ci siamo svegliati presto per andare alla scuola di calzature. Siamo abbastanza riposate grazie alla pausa di ieri e non vediamo l'ora di cominciare la lunga giornata. Purtroppo però una di noi, Costanza, si è sentita male durante la notte e non ha potuto dormire; per questo rimarrà in hotel a riposare, almeno per la mattinata.
Anche oggi il tragitto è complesso e lungo. Per fortuna alla fermata dell'expo, alcuni insegnanti della scuola Tasev ci vengono a prendere con le macchine. Durante il viaggio guardiamo i palazzi di questa periferia che sembra non finire mai, e parliamo un po' con il nostro autista, Mustafà, che però parla un inglese molto elementare. Arrivati alla scuola ci accolgono nella sala riunioni e per prima cosa ci offrono una colazione a base soprattutto di tè e pasticcini. Arriva anche il preside e dopo una presentazione del sistema scolastico turco e della scuola di calzature Tasev, fatta dalla professoressa di inglese, noi presentiamo il nostro lavoro e offriamo i nostri doni. C'è un clima di grande cordialità ed apertura. Arriva anche qualche studente che ci accompagnerà insieme ai professori nel giro dell'istituto. Il giro si rivela molto interessante perché la scuola è grande, piena di laboratori dove i ragazzi lavorano a tutte le fasi di realizzazione delle scarpe, ma è anche un po' buffa perché ovunque andiamo gli studenti ci guardano incuriositi, ci sorridono, vogliono essere fotografati con noi o seguirci. I nostri ospiti sono molto gentili tanto che alla fine ci salutano offrendoci una rosa.
Al ritorno andiamo in hotel per vedere come sta Costanza, che ancora non si è ripresa del tutto, ma che decide di venire fuori con noi, anche perché, il professor Lenzi invece che seguirci all'Hammam, andrà con lei al Gran Bazar. Infatti nel programma di oggi c'è il bagno turco e siamo tutte emozionate!! All'entrata ci spiegano cosa dobbiamo fare. L'ambiente è bellissimo anche perché questo hammam fa parte del complesso della Suleymanye Cami costruito dal grande architetto di Solimano, Sinan. Il corpo centrale è un'ampia sala ottagonale tutta in marmo. Con un'enorme piano caldo al centro dove dobbiamo distenderci e delle piccole stanzine laterali dedicate ai massaggi. Delle fontane di acqua fredda e calda servono per sciacquarsi e rinfrescarsi, dei guanti di crine per massaggiarsi e farsi il peeling. Dopo circa 20 minuti abbiamo deciso di uscire e ci hanno subito avvolto con dei grandi asciugamani, facendoci poi accomodare in un'altra stanza dove ci hanno offerto un ottimo tè alla mela. Appena finito di cambiarci siamo tornate in hotel dove abbiamo mangiato qualcosa e ci siamo preparate per andare a vedere i Dervisci. Una volta arrivate ci siamo accomodate in una sala d'attesa e poi in seguito siamo entrate in una grande sala con al centro il parquet. Noi donne siamo ci siamo accomodate su dei grandi tappeti dietro ad una staccionata di legno mentre gli uomini accanto a noi ma separati. La cerimonia è stata bellissima, forse all'inizio per alcune un po' “soporifera” ma dopo siamo riuscite tutte a farci coinvolgere nella cerimonia. Il continuo girare e girare degli uomini riusciva a ipnotizzarti completamente e il canto che si alternava tra lento e veloce ti travolgeva. L'atmosfera era calda e rilassante e vedere cinque uomini che girano su loro stessi riesce a portarti quasi in un'altra dimensione. Era impressionante vedere come, dopo aver girato per 10 minuti circa riuscivano a fermarsi per poi ripartire come se fosse la prima volta.
È stata una serata particolare, molto coinvolgente e soprattutto un'esperienza unica e indimenticabile che non tutti riescono a vedere.
Dopo la fantastica e stancante serata siamo tornate in hotel.







Diario settimo giorno - 29 Aprile

Stamattina abbiamo avuto il secondo incontro con un liceo italiano di Istanbul, lo scientifico IMI. L'incontro è stato deludente, la scuola si trova nel quartiere di Beyoglu, vicino al consolato italiano. E' un grande edificio molto bello e ben attrezzato. Erano ad accoglierci nell'auditorium, che somigliava molto ad un teatro, con un grosso palco ed un lussuoso pianoforte. Nonostante questo però l'accoglienza è quasi fredda: dai nostri ospiti nessuna presentazione che ci spieghi chi siano e scarsissima organizzazione; noi parliamo del nostro lavoro con disagio e la sensazione di non essere ascoltate. La differenza con l'accoglienza delle altre scuole ci è sembrata abissale. I ragazzi turchi erano chiaramente poco interessati sia alla nostra presentazione che a fare conoscenza con noi. All'interno della scuola i ragazzi hanno parlato pochissimo italiano ed era molto grande il distacco tra di noi. Giunta l'ora di pranzo ci hanno accompagnate in un Fast-Food dove alcune di noi si sono sedute al tavolo con loro a mangiare qualcosa. Questo è stato l'ultimo momento in cui le ragazze del gruppo turco ci hanno degnato della loro compagnia, infatti poco dopo se ne sono andate senza neanche salutare, i ragazzi invece hanno almeno avuto la cortesia di accompagnarci a fare un giro.
Alle tre anche i ragazzi turchi hanno ripreso la propria strada e noi ci siamo divise in gruppetti. Siamo andate autonomamente a fare shopping e ognuna di noi ha comprato ciò che desiderava.

All'ora stabilita dai professori ci siamo ritrovati i un punto della strada principale di Beyoglu, piena di negozi, che porta a Taksim. Abbiamo deciso che cosa fare; alcune di noi hanno preferito tornare in albergo mentre io, Costanza e Irene siamo andate assieme ai professori sul lungo Bosforo fino al quartiere di Ortakoy, sotto il ponte che unisce Istanbul europea e Istanbul asiatica, ad assaggiare una patata ripiena di ciò che ci piace. Al ritorno in albergo abbiamo cenato e ci siamo riunite come ogni sera in riunione per condividere le nostre sensazioni.